Avete mai sentito il detto “Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”? La foresta, sempre più folta e rigogliosa, è rappresentata dalla chirurgia estetica italiana. L’albero che cade, in questo caso, sarebbe la cosiddetta mela marcia. Il sedicente chirurgo (un truffatore in realtà) che finisce per combinare qualche danno di cui i giornali si interessano.
Vi abbiamo più volte spiegato quanto sia importante scegliere la professionalità, come riconoscere i prezzi esca o i finti professionisti. Oggi, invece, vogliamo parlarvi di quanto l’Italia sia ben considerata nel campo della chirurgia estetica. Il nostro Paese è infatti riconosciuto come eccellenza a livello mondiale in termini di preparazione dei chirurghi, sicurezza delle procedure e naturalezza dei risultati, tanto che un paziente su dieci che si opera in Italia proviene da un altro Paese (dati Agorà – Amiest). Asiatici, russi o altri europei (svizzeri su tutti) scelgono i chirurghi plastici italiani per il ritocchino o l’intervento che donerà loro sicurezza e gioia. Insomma, vi trovate nel posto giusto se pensate da tempo a quel trattamento di cui dubitate (fatte le dovute distinzioni, s’intende).
La naturalezza dei risultati è uno dei capisaldi della chirurgia estetica italiana. Secondo lo studio di cui vi abbiamo accennato prima, la maggior parte delle pazienti che sceglie di sottoporsi a un trattamento di medicina estetica si dice felice del nuovo aspetto fresco e piacevole e si rassicura nel sapere che nessuna procedura è irreversibile. Il 63% delle pazienti torna dal chirurgo estetico più volte sviluppando con esso un rapporto di fiducia.
Interventi correttivi mininvasivi che custodiscono ed esaltano l’espressività di ogni volto, garantendone unicità. È questo che ci rende migliori, oltre ad avere i canoni estetici più apprezzati di tutto il Pianeta, canoni che fanno scuola in tutto il mondo. In Italia vincono equilibrio e naturalezza. Altrove, invece… beh, altrove molto meno. Sapevate, ad esempio, che in caso di trattamento ai glutei i chirurghi americani seguono standard dimensionali raddoppiati rispetto a quelli italiani? E gli asiatici? Lavorano più sull’altezza che sulla forma.
Non è mica un caso che il nostro sia soprannominato BEL Paese…