Puntuale come le tasse, ed è il caso di dirlo, arriva il momento di compilare la dichiarazione dei redditi, il classico 730 (difficile trovare dei numeri altrettanto inquietanti). Una voce importante, a tal proposito, è quella relativa alle spese mediche. E già che in questa sede si parla di medicina e chirurgia estetica, è il caso di rispondere ad una delle domande più digitate su Google degli ultimi giorni: “Gli interventi di chirurgia plastica sono detraibili”?
La risposta non può essere univoca. Ci sono interventi che possono essere inseriti nel 730 e altri che invece non possono farne parte. La regoletta è la seguente: si possono detrarre le spese per gli interventi finalizzati al recupero della “normalità sanitaria” di una persona. Quelli dedicati al miglioramento dell’aspetto invece no. A deciderlo è una circolare ministeriale dell’Agenzia delle Entrate.
Di fatto vengono escluse le prestazioni di chirurgia plastica non conseguenti a incidenti, malformazioni congenite o malattie. Lo sconto di imposta può invece essere applicato ad interventi di chirurgia estetica finalizzati a correggere delle deformità funzionali, magari limitanti per la normale vita di una persona. Se proviamo ad uscire fuori dal burocratese e a mettere le mani nelle questioni pratiche, ci possiamo accorgere, però, che il confine, certe volte, può essere abbastanza labile. Una rinoplastica, ad esempio, può essere realizzata sia per migliorare un setto nasale che compromette la respirazione che, allo stesso tempo, per rendere più gradevole un naso ingombrante. Senza considerare che il chirurgo, per una questione di privacy, non è tenuto a specificare la tipologia di intervento eseguito. Forse è quindi il caso di valutare certi casi singolarmente.
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Leggi l’approfondimento del Dottor Giuseppe Manzo.