Se, nel mondo, c’è un paese assolutamente devoto alla chirurgia plastica quello è il Brasile. Con 1.2 milioni di interventi l’anno è il Paese con il più alto numero di trattamenti. Quello che molti di voi non sanno è che in questa zona del sud America, la chirurgia plastica è considerata un vero e proprio diritto perché aiuterebbe a vivere meglio. Per questo è la sanità pubblica ad occuparsene. Ma entriamo meglio nella questione.
Secondo un report del magazine inglese The Conversation, che poi è stato riportato in Italia anche da tante fonti come l’Huffington Post, in Brasile vige un atteggiamento del tutto inedito verso la chirurgia plastica che nella società viene sintetizzato come “Diritto alla bellezza”. Il sistema sanitario pubblico finanzia la chirurgia plastica e il governo sovvenziona circa mezzo milione di interventi l’anno. Il problema è che la qualità della sanità pubblica non riesce ad essere ad alta specie di fronte a questi altissimi numeri, per cui spesso si va incontro ad interventi in strutture fatiscenti, con limiti evidenti. Un rischio che moltissime persone corrono più che volentieri perché la bellezza è ritenuta fondamentale per trovare lavoro, sposarsi e andare avanti con la propria vita.
A definire questo concetto è stato, negli anni Cinquanta, il chirurgo Pitanguy che convinse l’allora presidente Kubitschek di quanto il diritto alla bellezza fosse indispensabile, al pari di un’esigenza di salute. Secondo Pitanguy la “bruttezza” era causa di “sofferenza psicologica alla quale il Brasile non poteva voltare le spalle”.
Al netto di esagerazioni evidenti e situazioni allarmanti, cosa ne pensate del concetto di diritto alla bellezza?